Ho scelto di non mascherare nulla. Anzi, ho esposto con intenzione i tubi dell’impianto di climatizzazione, le strutture in metallo, i telai originali, facendo di questi elementi una vera firma estetica. Il risultato è un ambiente dal design pulito e controllato, dove il rigore industriale si incontra con la cura artigianale dei dettagli.
L’arredo è minimal, ma mai freddo. Ho inserito materiali naturali come legno chiaro e tessuti materici per smorzare la durezza strutturale e restituire comfort visivo e tattile. Un elemento che sorprende e conquista molti ospiti è il pavimento in microcemento. Ne apprezzano la continuità visiva, la texture vellutata sotto i piedi, l’effetto opaco che assorbe la luce e restituisce calma. Ho scelto questa finitura per la sua forza silenziosa: è un materiale contemporaneo, ma capace di integrarsi con il passato del luogo, accompagnando l’esperienza con eleganza e discrezione.
La luce è protagonista silenziosa: progettata per accompagnare, non invadere, sottolinea i percorsi, evidenzia texture, accende i tavoli di una luce calda, quasi domestica.
Il dehors e il ritmo urbano
Il dehors, coerente con l’estetica interna, si apre alla città senza ostentare: è un respiro urbano, essenziale, elegante, dove la narrazione dell’interno prosegue all’esterno, come un racconto senza interruzioni.
In prima persona
Arte e funzione: un equilibrio sensibile
Il site-specific di Davide Dall’Osso completa l’atmosfera con la sua leggerezza poetica. Le sculture in materiale traslucido sospese nello spazio evocano movimento, femminilità e respiro. Non sono decorazioni, ma presenze vive, che si intrecciano con l’identità stessa del luogo.
Sul retro, in un’area più riservata, ho progettato un office appartato e discreto, perfettamente integrato con le aree operative e di servizio. Invisibile agli ospiti, ma pensato per garantire continuità e fluidità al lavoro del team: perché anche dietro le quinte, ogni gesto deve avere il suo spazio.
— Rossana Pedrali